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Origine del terreno

La natura della roccia e la stratificazione del suolo influenzano direttamente il comportamento delle piante, in quanto influiscono sull’assorbimento dell’acqua e degli elementi minerali. La vite è fra le piante più sensibili al mutare di queste condizioni pedoambientali e anche se possiede una certa rusticità, che le permette di adattarsi ai suoli più disparati, risponde fisiologicamente in modo diverso anche a limitate variazioni. Questa particolare risposta fa sì che ogni vigneto, e quindi il vino che ne deriva, rappresenti un’unità inscindibile con il territorio che l’ha generato divenendo un patrimonio naturale unico e irriproducibile.

Durante l' era Eocenica (35-55 milioni di anni or sono) la pianura friulana era invasa dal mare e le coste si trovavano quasi a ridosso delle attuali Prealpi Giulie. Sul fondo di questa arcaica laguna, nel corso dei millenni, si realizzò un lento processo di sedimentazione che diede origine ad imponenti formazioni le quali, con il ritiro del mare, emersero dalle acque. Questi sono i terreni che costituiscono le colline dei Colli Orientali e del Collio, cioè dei flysch formatisi per sedimentazione e succesiva compattazione di depositi clastici, costituiti da un’ alternanza di strati di spessore variabili di marne (argille calcaree) ed arenarie (sabbie calcificate), che garantiscono ricchezza in minerali ed oligoelementi e condizioni di tessitura del suolo ottimali per le uve di alta qualità. Localmente, questo terreno viene chiamato Ponka.

 

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